lunedì, gennaio 03, 2005

Ciao a tutti.

Primo post del 2005, spero ce ne siano molti altri. Lo scorso semestre sono stato un po' preso dagli eventi, il prossimo dovrebbe essere anche piu' impegnativo ma spero di riuscire a gestirlo meglio.

Ho passato il mio primo Natale lontano dalla mia famiglia e il mio primo anno nuovo negli Stati Uniti. Come e' il capodanno in America? Non lo so, dato che si e' fatta una festa a cui hanno partecipato non americani al 90%. Da quel che so si va in piazza in poche citta', mentre sono molto hot i party negli alberghi di lusso: un po' come se Ivano regalasse a Francesca non un viaggio ma una notte nella migliore stanza del Regina Margherita a Cagliari.

Per me e' stato un po' un tour de force. Dato che ho da lavorare, non avevo abbastanza tempo per stare in vacanza (altrimenti sarei tornato in Italia), quindi si he deciso di andare qualche giorno a New Orleans, giusto per stare un po' al caldo. Partiti con meno 15, arriviamo a new Orleans e troviamo il Natale piu' freddo del secolo in Louisiana...ha addirittura nevicato, e per molti locali era la prima neve della loro vita. A partire da Santo Stefano il tempo e' pero' migliorato, e una volat tornati a Columbia abbiamo trovato 20 gradi, il 31 dicembre piu' caldo dal 1972. Tornati il 30 notte, il 31 c'era da ogranizzare un cena pre festa di capodanno e la festa di capodanno vera e propria: la cena era a base di pietanze turche, il piatto piu' apprezzato Tiramisu' (Italia Turchia 1-0). Poi giu' a ballare per la festa vera e propria, e poi a pulire il giorno dopo....morale, sono piu' stanco di quando sono partito.

New Orleans comunque valeva la fatica: e' un posto sull'orlo di tutto, e che non appartiene a nulla. Il paesaggio e' in perenne lotta tra acqua e terraferma, e le zone d'acqua sono un po' fiume, un po' mare, un po' lago, un po' laguna, un po' palude, ma mai qualcosa di definito. La gente e' un po' europea e un po' americana, un po' francese e un po' africana, un po' campagnola e un po' cittadina. Nella cucina puoi trovare reminiscenze francesi e americane, mischiate ai sapori degli ingredienti locali (ostriche, gamberi e scampi su tutti). E' un posto dai contorni vaghi, e non stupisce che qui era normale ballare nei funerali e dare vita al jazz. Il jazz e' come la citta' stessa: raccoglie tutto e lo fonde insieme, non ha un padre o una madre certi, ma conscio del suo essere bastardo accoglie chiunque e qualunque cosa ne possa condividere lo spirito, invecchiando rimanendo giovane. L'eccessiva turisticizzazione di New Orleans potrebbe fermare questo processo di continuo ringiovanimento, cosi' come la canonizzazione e la cristallizzazione del jazz potrebbe ucciderne lo spirito alla lunga, ma quando vedi la citta' di notte diventare vaga per via della nebbia che sale dal Mississipi, molti di questi dubbi svaniscono di colpo.

Le paludi condividono un po' lo stesso spirito: non sono stagni dato che l'acqua non vi stagna mai ma e' in perenne movimento, rassomigliano a foreste allagate da una pioggia torrenziale, che di tanto in tanto si aprono in qualcosa che non capisci se sia un fiume, un canale, o un tratto di palude senza alberi, zone piene di case semigalleggianti che possono essere la "casa al mare" versione louisiana oppure la casa di un pescatore che li' vive e lavora, ma dall'esterno tu non puoi sapere. Un po' come dalla barca non puoi sapere cosa c'e' sotto, dato che l'acqua e' troppo torbida, cosi' come non puoi distinguere i contorni delle strade di New Orleans quando si alza la nebbia. Sia in citta' che in palude devi un po' sapere dove vai e che fai: le acque delle paludi sembrano morte ma pullulano di qualsiasi cosa, mentre in citta' e' facile trovare zone off limits ad un isolato dagli alberhi di lusso e dalle strade per i turisti.

Sono stato anche a vedere il golfo del Messico, in un isola che in realta' e' un banco di sabbia in mezzo al mare, con una laguna dietro, una strada sopra, un mare pieno di pesce, pellicani e piattaforme petrolifere. A Key West si fregiano di avere il punto piu' a sud degli Stati Uniti (anche se in realta' quello e' alle Hawaii), ma mentre Key West sembra una propaggine degli Stati Uniti, nel viaggio verso il banco di sabbia mi sono davvero sentito al confine degli USA, con paesaggi contesi tra terra e acqua, moderni distributori di benzina in villaggi anni quaranta, le persone che parlano un inglese semiincomprensibile e ti chiamano Sugar o Sweetheart.

Ora devo adare. Oggi non mi sento proprio di lavorare ma qualcosa la devo pur combinare.

Sono stato troppo lungo lo so, ma quando ho poco tempo per rileggere quello che scrivo abbondo troppo in parole, cosi' come quando ho poco tempo di preparare le valigie alla fine ci metto troppe cose inutili.

So che sono passati quattro mesi dal mio ultimo post, ma prometto che d'ora in poi passeranno solo settimane, magari giorni, e che non saro' piu' cosi' logorroico.

Buon 2005 a tutti, di cuore.

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