giovedì, gennaio 29, 2004

In aeroporto
Apunti scritti al Jfk di NYC aspettando il volo per STL

Non è possibile riuscire nelle proprie imprese con le sole proprie forze, quindi tante volte nella vita mi è stato provvidenziale, utile, decisivo l'aiuto di tante persone, alcune molto care, altre sconosciute, che il buon Dio mi ha mandato.

Ho sempre cercato il prendere il meglio da chi è intorno a me, anche rischiando di espormi a volte, anche se la mia natura è portata più all'introspezione.
Poi una delle poche persone alle quali mi sono reso completamente aperto e vulnerabile ha mostrato il lato peggiore di sè, lato che io non avevo visto prima (o che non avevo voluto vedere), ferendomi molto...e pensare a tutto quello cui ero disposto a rinunciare per lei!

La cosa più grave è che nel mio animo iniziò ad insinuarsi il dubbio sull'egoismo della gente, sulla facilità con la quale ci si scarica la coscienza, sulla poca importanza che si dà alla felicità altrui. Facile fare generalizzazioni, accusare il popolo del MIdwest figlio di barbari Goti, la mia condizione girovaga, il mio destino, il mondo intero.
Soprattutto mi accorgevo di scrutare le persone in cerca non più dei loro lati più oscuri per premunirmi, perdendo di vista la parte migliore degli uomini. Era un me che non mi piaceva e che non mi piace, e nella mia mente aleggiava la paura che il mio animo avesse dunque perso le sue primavere, che stesse diventando vecchio.

Ci sono voluti i miei amici a Flatland e nelle lande Mediterranee, la mia famiglia e il maestrale, le montagne liguri a picco sul mare per diradare le nuvole intorno al mio cuore. Quando tornai a casa il mio animo era grigio e piovoso come la mia terra in quella vigilia di Natale, quando andai via luminoso come l'improbabile mattino di Maggio che Cagliari mi ha regalato il 17 Gennaio.

Ora sono a NY, fuori nevica. So che l'inverno è ancora lungo e prima che il sole del mio animo diventi consuetudine dovrò vedere probabilmente altri giorni grigi, ma almeno ora ho riscoperto che il mio cuore è come la mia terra: basta un giorno di maestrale per spazzare via tutte le nuvole....e allora eccomi qui, in un aeroporto in terra straniera, aspettando di arrivare nelle grandi pianure, in cerca di vento.

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